I Dosha

L’Ayurveda riconosce gli esseri umani come parte del cosmo; fatti degli stessi cinque elementi di cui è fatta anche la natura: terra, acqua, fuoco, aria, etere. I tre dosha sono un mezzo per descrivere in che modo i cinque elementi funzionano dentro di noi. Sono ciò che descrive la nostra costituzione; quella con la quale siamo nati (prakriti) e quella presente, che viviamo attualmente (vikruti). Si, perchè anche se nasciamo con una costituzione predefinita (prakriti), che ha i suoi punti di forza e le sue debolezze, questa può modificarsi nel tempo (vikruti) a causa di diversi fattori. Il nostro compito è quello di riportarci alla nostra costituzione originale; quella con la quale siamo nati; perchè è ciò che rappresenta l’equilibrio per noi.

Ma cosa significa che i dosha (le costituzioni identificate dall’ayurveda), sono un mezzo per descrivere in che modo i cinque elementi funzionano dentro di noi? Significa che ogni dosha è la manifestazione di uno o più elementi all’interno del corpo, della mente e delle emozioni; insomma in tutto quello che significa essere umani.

I tre dosha sono presenti in tutti noi, ma generalmente uno (o al massimo due) dosha sono predominanti e pertanto vedremo manifestarsi le loro caratteristiche maggiormente rispetto agli altri dosha. Alcune persone sono tridoshiche, che significa che i tre dosha sono presenti in lui allo stesso modo - nessun dosha prevale sull’altro. Non c’è un “meglio” o “peggio”; ogni costituzione porta con sé dei punti di forza e delle debolezze. Imparare a riconoscere la propria costituzione e le manifestazioni dei dosha è importante perchè è ciò che ci permette di rimanere e tornare in equilibrio.

Ogni dosha ha una casa, ovvero un luogo all’interno del corpo dove risiede. Quando sorgono delle malattie o dei disturbi nella casa dei dosha, significa che il dosha corrispondente è in squilibrio e ha lasciato la propria casa e pertanto bisogna riportarlo in equilibrio per poterlo far tornare nella sua casa.

I dosha si “manifestano” anche in determinate stagioni (stagioni che hanno le stesse qualità che ha il dosha nel corpo) e in determinate fasce orarie del giorno. Questo è molto importante da tenere a mente perchè è ciò che ci permette di vivere in sintonia con i ritmi circadiani, seguendo dei piccoli accorgimenti, sapendo che in alcune stagioni e in certe fasce orarie, è meglio prediligere determinati “comportamenti” rispetto ad altri per evitare di creare degli squilibri. Questo per allinearsi a ciò che già accade naturalmente in noi. Sembra molto più complicato di quello che è realmente, ma noi ci comportiamo così da sempre. Per farvi un esempio pratico: non mangeremmo mai un anguria in inverno. Perchè? Perchè il corpo ha bisogno di calore. Si tratta di tornare ad ascoltarsi e seguire il proprio corpo, in sintonia con gli elementi della natura e ciò che avviene esternamente oltre che internamente; perchè ciò che è fuori è anche dentro; e ciò che è dentro è anche fuori.

L’Ayurveda dice che “ciò che è simile attrae il simile, mentre l’opposto porta equilibrio”. Ed è proprio così: se abbiamo freddo, cercheremo del calore, non altro freddo; per riportarci in equilibrio. E così approcciamo i dosha e le loro qualità: per mantenerli in equilibrio o riportarli in equilibrio agiremo con degli elementi opposti alle loro qualità originali.

Vediamo quali sono i tre dosha e le loro qualità:

Vata - rappresenta gli elementi dell’aria e dell’etere. Si manifesta in noi ed esternamente attraverso le seguenti qualità: freddo, leggero, secco, mobile, arioso. La sua casa è nel colon, la sua stagione è l’autunno e si manifesta tra le 2.00-6.00 del mattino e tra le 14.00-18.00. Quando vata è in eccesso o in squilibrio proveremo sensazioni di freddo, stress, ansia, preoccupazione, paura; parliamo veloce e troppo, abbiamo difficoltà a finire le cose, la digestione è lenta, la pelle è secca e abbiamo difficoltà a dormire. Ciò che può portare un eccesso di vata o uno squilibrio in vata è il vento (soprattutto se non ci copriamo la testa) perchè il vento è una manifestazione dell’aria, uno degli elementi di vata - più ci esponiamo al vento/all’aria senza proteggerci ed eccessivamente, e più questo cresce e quindi diventa un eccesso; soprattutto in autunno che è la stagione in cui vata si manifesta anche esternamente ed è quindi più facile che vada in squilibrio se non adottiamo dei piccoli accorgimenti. Un’altra cosa che può portare vata in squilibrio sono i cibi leggeri e freddi come le insalate, i cracker, i grissini, le verdure crude - tutto ciò che è simile in qualità a vata, non farà altro che aumentare vata. Per rimanere in equilibrio o riportare vata in equilibrio, bisogna prediligere cibi che centrano (come ad esempio i cibi caldi, il riso basmati, l’avena cotta, la frutta cotta, ecc), attività calmanti per la mente che è “mobile” (come vata) - quindi meditazione per esempio, soprattutto nelle fasce orarie in cui il dosha si manifesta maggiormente. Quando vata è in equilibrio, porta con sè creatività, spirito di adattabilità, entusiasmo, flessibilità, una buona comunicazione e comprensione veloce. Vata è tra tutti il dosha che va più facilmente e più velocemente in squilibrio perchè ha la caratteristica della mobilità. Questa caratteristica porta il dosha a muoversi e spostarsi facilmente dalla propria casa. Infatti, quando sperimentiamo dei sintomi legati ad uno squilibrio in vata, è importante andare a lavorare per ripristinare anche le funzionalità del colon (la casa di vata) per poter riportare vata nel colon e quindi l’equilibrio all’organismo.

Pitta - rappresenta gli elementi del fuoco e dell’acqua. Si manifesta in noi ed esternamente attraverso le seguenti qualità: calore, essere acuti, determinati e organizzati. La sua casa è nell’intestino, la sua stagione è l’estate e si manifestra tra le 10.00-14.00 e le 22.00-02.00. Quando pitta è in eccesso o in squilibrio proveremo delle sensazioni di bruciore e di calore, rossore, sudorazione eccessiva, problemi con il sangue, infiammazioni, acne, impulsività, irritazioni della pelle e aggressività. Ciò che può portare un eccesso di pitta o uno squilibrio in pitta è l’eccessiva esposizione al sole e al caldo (soprattutto d’estate che è la stagione di pitta), cibi piccanti che quindi aumentano il “fuoco” (uno degli elementi di pitta), l’allenamento estremo (perchè brucia molto di più rispetto ad un’attività fisica normale e quindi il “bruciare” di più aumenta il fuoco), e così via. Per mantenere pitta in equilibrio o riportarlo in equilibrio, bisognerà agire sempre all’opposto - quindi prediligere cibi più freschi, un’attività fisica moderata; anche qui la meditazione è un’ottimo alleato per calmare il fuoco che può portare a rabbia e agressività. Quando pitta è in equilibrio porta intelligenza, chiarezza, coraggio, buona leadership, organizzazione e concentrazione. Pitta è il dosha che brucia ciò che assumiamo (dal cibo a qualsiasi altra cosa alla quale ci esponiamo). Infatti l’ayurveda suggerisce di pranzare entro le 14 proprio perchè questa è la fascia oraria in cui il corpo è più attivo e quindi è in grado di lavorare correttamente per poter avviare il processo di digestione. Inoltre, l’ayurveda suggerisce di andare a dormire prima delle 22.00 perchè, di nuovo, se pitta rappresenta il fuoco ed è quindi il dosha più “attivo” tra tutti, nelle fasce orarie in cui si manifesta, saremo più attivi e quindi non solo avremo difficoltà ad addormentarci dopo le 22.00 (perchè pitta ci tiene svegli), ma questa è anche la fascia oraria in cui pitta dovrebbe lavorare sul pulire tutte le tossine accumulate nella giornata. Pertanto, se siamo svegli e attivi a fare altro, perdiamo l’opportunità di ripulire il nostro organismo, perchè pitta sarà “distratto” a fare altro.

Kapha - rappresenta gli elementi della terra e dell’acqua. Si manifesta in noi ed esternamente attraverso le seguenti qualità: fresco, oleoso, stabile, amorevole. La sua casa è nello stomaco, la sua stagione è l’inverno e si manifesta tra le 6.00-10.00 e le 18.00-22.00. Quando kapha è in eccesso o in squilibrio avremo catarro/muco eccessivo, delle sensazioni di pesantezza, digestione lenta, sonno eccessivo, controllo, attaccamento e letargia. Ciò che può portare un eccesso di kapha o uno squilibrio in kapha è una vita troppo sedentaria, dormire troppo a lungo e in orari “sbagliati”, mangiare troppi cibi pesanti o cibi freddi durante l’inverno. Per mantenere kapha in equilibrio o riportarlo in equilibrio, bisogna cercare di avere un’attività fisica moderata regolare, evitare o ridurre i latticini (che aumentano la produzione di muco), non dormire eccessivamente. Quando kapha è in equilibrio porta calma, pace, contentezza, pazienza, stabilità, lealtà e compassione. E’ il dosha della terra, che porta con sé le qualità di una madre amorevole. E’ tra tutti il dosha che va meno in squilibrio, ma chi ha una costituzione prevalente in kapha, deve mantenerlo in equilibrio.

Come dicevo all’inizio dell’articolo, ognuno di noi ha tutti e tre i dosha, ma uno o due possono essere prevalenti sull’altro. Questo significa che presteremo particolare attenzione a condurre uno stile di vita che manterrà i due dosha prevalenti in equilibrio. Oltre a questo, è importante in generale seguire le linee “guida” per mantenere ogni dosha in equilibrio specialmente durante le varie stagioni e le fasce orarie del giorno. Con questo non sto dicendo che dobbiamo vivere una vita di sacrifici, ma semplicemente che dobbiamo essere consapevoli delle nostre scelte e di ciò che può farci più o meno male. Per esempio, una persona con una prevalenza in pitta o con un eccesso in pitta, dovrà fare attenzione a non esporsi eccessivamente al caldo per evitare di aumentare pitta nel corpo. Al contrario, una persona che ha una prevalenza in vata, e quindi una costituzione più freddolosa, non avrà gli stessi effetti nel caso di un esposizione più lunga al caldo - perchè parte con una costituzione che ha bisogno di essere riscaldata. E così via per tutto il resto.

E’ importante inoltre riconoscere la propria costituzione “originale”; quella con la quale siamo nati, e di non confonderla con la costituzione attuale perchè questo potrebbe portarci a credere che la costituzione attuale sia quella originale, quando invece non è così. Per questo, si rispondono ad una serie di domande per determinare la costituzione di nascita, e cosa è cambiato nel tempo. In questo modo si riesce ad identificare più facilmente quali sono i possibili squilibri (e in quali dosha) e quindi agire per poter riportare l’organismo in equilibrio.

Se volete scoprire qual’è la costituzione con la quale siete nati (prakriti) e come si è modificata nel tempo (vikruti), potete prenotare una consulenza di 30 minuti.

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